ANNO 14 n° 118
Su Viterbopost
Melilli, nella Tuscia
una vittoria di Pirro
18/02/2014 - 00:05

di Arnaldo Sassi

E adesso che il risultato è stato certificato, con Fabio Melilli nuovo segretario regionale del Pd, è l’ora delle riflessioni e delle analisi.

Non facili, soprattutto nella Tuscia, dove il partito s’è (di nuovo) diviso tra quella che può considerarsi l’ala tradizionale (composta essenzialmente dagli ex Ds con l’aggiunta di qualche insignificante appendice) e l’ala cattolica e laico riformista, che sicuramente più si avvicina al verbo del nuovo segretario nazionale (e ormai prossimo premier Matteo Renzi). Sulla carta era una lotta impari, perché Renzi – capace da solo a mobilitare le grandi masse – stavolta non c’era; mentre c’erano gli apparati di un partito che faticano, e non poco, a cambiare cultura, preferendo rimanere ancorati agli schemi di sempre, anche con qualche eccesso di troppo. Per dirla in parole povere: da un lato il governatore del Lazio, i due consiglieri regionali, almeno tre dei cinque parlamentari attualmente in carica e, dulcis in fundo, la segreteria provinciale; dall’altro i renziani della prima ora capeggiati da Francesco Serra, l’ala più riformista del partito (Alvaro Ricci) e i cattolici popolari di Beppe Fioroni.

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